Valutazione diagnostica e relazione clinica

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La valutazione si svolge secondo un iter diagnostico prestabilito

Colloquio con lo specialista (anamnesi)
Il colloquio tra la famiglia e lo specialista è il passaggio più importante per la diagnosi di DSA. In questa fase si raccolgono informazioni che riguardano il bambino/ragazzo, le sue tappe di sviluppo, il momento dei compiti, quali difficoltà vengono riscontrate a scuola, a casa e nelle altre attività giornaliere. È il momento in cui il genitore può raccontare tutto ciò che ha osservato e vissuto sino a quel momento. Per arrivare alla diagnosi lo specialista porrà domande concernenti la storia del bambino, il suo sviluppo linguistico, quando ha imparato a camminare, come andava alla scuola dell’infanzia. Approfondirà i motivi per cui va male a scuola: osservazione dei quaderni, pareri degli insegnanti, dei genitori e del ragazzo.

Colloquio con la persona e valutazione delle abilità cognitive e di apprendimento
In questa fase lo psicologo conosce la persona, le sue aspettative e credenze sul proprio rendimento scolastico.
Viene valutato, attraverso test standardizzati, il funzionamento delle abilità scolastiche, quali lettura, scrittura e calcolo, e le abilità cognitive come il linguaggio, le capacità attentive, la memoria e la percezione visuo-spaziale.

Colloquio finale e consegna della relazione

Il colloquio finale con i genitori (e su richiesta con la persona) consiste nella spiegazione dei risultati emersi dalla valutazione. Lo specialista risponde alle eventuali domande e consegna la relazione diagnostica. Vengono anche illustrati suggerimenti sul metodo di studio più adatto e le possibilità di intervento a seconda di quanto evidenziato.

Differenza tra Relazione e Certificazione

Da un punto di vista diagnostico non c’è differenza tra una Relazione rilasciata da un privato e una Certificazione rilasciata dalla ASL di riferimento del proprio territorio. La differenza è che la scuola e l’università (o chi organizza concorsi pubblici o l’esame per la patente di guida) hanno per legge bisogno della Certificazione rilasciata, appunto, da strutture pubbliche o convenzionate. La Relazione fatta dal privato quindi non ha valore? No, la relazione ha valore e la normativa prevede che in attesa della Certificazione le scuole e le Università accettino le Relazioni dei privati e su di esse predispongono il Piano Didattico Personalizzato (PDP). Nello specifico la Circolare Ministeriale n° 8 del 6 marzo 2013 precisa:
“Alunni con DSA e disturbi evolutivi specifici”
“Per quanto riguarda gli alunni in possesso di una diagnosi di DSA rilasciata da una struttura privata, si raccomanda – nelle more del rilascio della certificazione da parte di strutture sanitarie pubbliche o accreditate – di adottare preventivamente le misure previste dalla Legge 170/2010, qualora il Consiglio di classe o il team dei docenti della scuola primaria ravvisino e riscontrino, sulla base di considerazioni psicopedagogiche e didattiche, carenze fondatamente riconducibili al disturbo. Pervengono infatti numerose segnalazioni relative ad alunni (già sottoposti ad accertamenti diagnostici nei primi mesi di scuola) che, riuscendo soltanto verso la fine dell’anno scolastico ad ottenere la certificazione, permangono senza le tutele cui sostanzialmente avrebbero diritto. Si evidenzia pertanto la necessità di superare e risolvere le difficoltà legate ai tempi di rilascio delle certificazioni (in molti casi superiori ai sei mesi) adottando comunque un piano didattico individualizzato e personalizzato nonché tutte le misure che le esigenze educative riscontrate richiedono.”

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